Il radioascolto
I vari tipi di trasmissioni radio Mentre leggete queste brevi note, l’etere che è intorno a noi è pervaso da migliaia di informazioni trasmesse via Radio da un punto all’altro della terra, ed anche dallo spazio. Non si tratta solo delle trasmissioni radiofoniche o televisive, vi sono anche notizie, immagini, segnali che forse non immaginate nemmeno. Possiamo iniziare con il descrivere tutti questi segnali in tre categorie:
Ovviamente le tre categorie di radiodiffusione operano ciascuna nell’ambito delle frequenze ad esse assegnate a seguito di accordi internazionali. Chi è il radioascoltatore (il BCL o SWL)? È quella persona che trae diletto captando con il proprio apparecchio ricevente le stazioni di radiodiffusione dette anche stazioni BC(dall’ inglese “broadcasting”, ovvero “che trasmette”), sia italiane che estere. BCL, quindi, significa “broadcasting listener”, in pratica ascoltatore delle emittenti di radiodiffusione. La BBC per esempio, è una emittente BC, e così come BBC ve ne sono moltissime altre in ogni angolo della terra che trasmettono negli orari e sulle frequenze più disparati, con programmi prettamente locali rivolti all’ immediato circondario oppure con emissioni dirette all’estero, in dialetti sconosciuti o in lingue note. Varie e diversissime possono essere le motivazioni che spingono una persona ad accendere un apparecchio radio: la passione per un qualsiasi tipo di musica, lo studio e l’esercizio pratico delle più note lingue straniere, la curiosità di conoscere i rispettivi punti di vista di ciascuna fonte informativa rifuggendo da qualsiasi manipolazione (o ricercandola intenzionalmente), lo studio degli usi e costumi locali in qualche particolare area geografica, il desiderio di riascoltare le voci della lontana terra natia ed altre cento ancora. Le motivazioni possono essere molteplici e tutte valide, ma quello che più conta è entrare nell’ordine di idee che, spesso, non intercorre molta strada tra l’accensione della radio e l’appassionarsi all’ascolto sistematico delle stazioni di radiodiffusione, con difficoltà ben inferiori a quanto si può immaginare. Difatti… Cosa serve per ascoltare? Infatti chi di voi volesse dedicarsi a questa interessante ed intelligente attività: non deve necessariamente possedere ricevitori speciali o professionali in unione a sofisticate antenne; le prime tappe si percorrono agevolmente pure con il portatile transistorizzato o con il classico valvolare casalingo “5 tubi”, oramai quasi una rarità, a cui si aggiunge un filo di rame isolato di una certa lunghezza e teso fuori dalla finestra. Avendo a disposizione oltre alla gamma delle onde medie pure quella delle onde corte, è possibile, gradatamente, ascoltare tutto il mondo. non è tenuto a conoscere varie lingue oltre a quella natia; non vi sorprenda il fatto che fra le numerose stazioni mondiali dotate di servizio estero, ve ne sono tante che trasmettono in lingua italiana, vuoi per gli immigrati nella nazione in questione, vuoi per la minoranza linguistica autoctona, vuoi ancora direttamente per gli abitanti dello “stivale”. Per iniziare ad affezionarsi basta, quindi, ricercare questi programmi in italiano irradiati a ore determinate, per lo più serali; più avanti, fatta un po’ di esperienza, si acquisisce padronanza sufficiente per identificare con certezza stazioni di radiodiffusione che trasmettono in altre lingue, stazioni extraeuropee, stazioni locali africane, asiatiche e sudamericane. Certamente la conoscenza di una o più lingue straniere agevola di molto l’attività iniziale, poiché si allargano gli orizzonti e si è subito in grado di comprendere un maggior numero di voci. A questo proposito l’inglese risulta quasi fondamentale, essendo la lingua internazionale della radio, come il francese lo è per i servizi postali e l’italiano per la lirica; tuttavia con il tempo si superano quasi tutti quegli intoppi che all’inizio sembrano insormontabili. non è obbligato a rispettare particolari procedure giuridico-burocratiche, come patenti o licenze, permessi o autorizzazioni speciali. Tempo fa, unico adempimento richiesto per essere in regola con la Legge ltaliana era quello di aver pagato in famiglia il canone che autorizza automaticamente la libera detenzione di un normale apparecchio radioricevente. Dal 1998 le cose stanno diversamente; infatti la legge 27.12.1997. n. 449, pubblicata sul supplemento ordinario n. 255/L alla G.U. n. 302, del 30.12.1997, in vigore dal 1º Gennaio 1998 (Legge Finanziaria), al capo III, art. 24, comma 14, così dispone: “A decorrere dal 1º gennaio 1998 sono esonerati dal pagamento del canone di abbonamento e della relativa tassa di concessione governativa i detentori di apparecchi radiofonici purché collocati esclusivamente presso abitazioni private.” É in vigore attualmente il Decreto del Presidente della Repubblica 27 gennaio 2000, n. 64 che ha ancora ulteriormente modificato le modalità di possesso e di utilizzo degli apprecchi radiofonici, per il quale è possibile “… detenere ed usare le apparecchiature radio, portatili o veicolari, solo riceventi, per i servizi di radiodiffusione, di radiodeterminazione e di radioamatore, nonché per il servizio mobile a scopo di teleavviso personale …”. Tale Decreto è legge dello Stato ed è stato registrato alla Corte dei conti il 28 febbraio 2000, Atti di Governo, registro n. 119, foglio n. 9; non pare però che le amministrazioni periferiche del Ministero lo conoscano bene, per cui è buona norma prenderne atto ed eventualmente fotocopiarlo. È stato poi pubblicato sul Suppl. Ordinario n.282 della Gazzetta Ufficiale n. 300 del 28-12-2001 il DPR 5 ottobre 2002 n. 447 che nella sezione 7, art. 43, riporta: È libera l’attività di solo ascolto sulla gamma di frequenze attribuite al servizio di radioamatore.Questo significa che, se una volta occorreva un’autorizzazione per ascoltare i radioamatori (solitamente detta autorizzazione di SWL), dalla data indicata l’ascolto delle comunicazioni tra radioamatori è assolutamente libero. E non solo sulle Short Wave (Onde Corte), come l’acronimo SWL (Short Wave Listener) farebbe pensare ma su tutte le bande adoperate dai radioamatori, dalle microonde alle onde lunghe. Il 29 Gennaio 2003 il Consiglio Superiore Tecnico del Ministero delle comunicazioni ha licenziato il Decreto Tecnico applicativo del DPR 5 Ottobre 2001, n.447, che appare l’11 Febbraio 2003 sulla GU della Repubblica Italiana. Questo è l’Art. 9:
Che tipo di radio ricevitore utilizzare? È indispensabile un’antenna appropriata? Il tema delle antenne è affascinante: ci sono dei radioamatori che si dedicano per anni alla sperimentazione di “aerei”, alla ricerca del “dB” (dB = decibel) in più. Purtroppo le bande BC non rispecchiano la linearità metrica di quelle amatoriali (160, 80, 40, 20, 15, 10 metri), non essendo nate a tavolino, ma dal riconoscimento, in tempi diversi, di varie frequenze attribuite a tale servizio: ne deriva che, in teoria, bisognerebbe erigere, per esempio, tanti dipoli quante sono le bande BC esistenti. Chi poi volesse sondare il mercato, per pigrizia o perché poco avvezzo all’autocostruzione, sarebbe sconfortato dalla mancanza cronica, in Italia, di antenne appositamente studiate e realizzate per il BCL. Eppure l’importanza dell’antenna nel radioascolto è fondamentale; ed allora cosa fare? Qualsiasi ricevitore si possieda, occorre munirlo di una buona antenna esterna; in caso di segnali forti si potrebbe avere qualche problema con ricevitori di caratteristiche medio-basse, tuttavia la costruzione di una antenna filare esterna è norma generale. Questa deve essere più alta possibile dal suolo ed avere una lunghezza che si aggiri attorno ai trenta metri, misura che in generale è ottimale per qualsiasi tipo di ascolto. Il primo problema che si può presentare è la mancanza di uno spazio sufficiente: in questo caso si può scendere fino a dieci-quindici metri, usando una discesa monofilare isolata posta ad uno dei capi, avendo sempre l’accortezza di installarla nel punto più lontano possiblle, ben lontano da parti metalliche che possono interferire. Un ripiego dignitoso può essere l’antenna verticale, anche se più rumorosa, o l’antenna attiva, entrambe poste sempre all’esterno. Nei casi estremi si può installare una antenna interna, sia filare che attiva, purché i muri non siano di cemento armato! Avendo una certa disponibilità di spazio, ma spesso è questione di crearselo mentalmente, disturbando, all’occorrenza, il vicino o adottando del filo smaltato molto sottile invisibile a distanza ragionevole, sono consigliabili le due antenne che danno maggiore affidamento in quei pochi parametri realmemte utili al BCL: angolo di ricezione e omnidirezionalità. In primo luogo la V invertita: quindici metri per ogni braccio, con angolo al centro il più vicino possibile ai 90 gradi e discesa in cavo coassiale da 50 o 75 ohm sono l’ottimale per l’ascolto di tutte le onde corte. La distanza dal terreno delle due estremità non dovrebbe essere inferiore ai cinque metri, con il sostegno centrale più alto possibile; gli americani la chiamano eufemisticamente “the best all purpose all band antenna”… La seconda è l’antenna windom, una filare orizzontale (o a V invertita se ci sono problemi di spazio) di trenta metri con presa per la discesa ad un terzo della lunghezza: funziona decisamente meglio della semplice filare con presa all’estremità. Di altro non si abbisogna se non dopo anni di proficuo ascolto, con più tempo per la sperimentazione ed il gusto di migliorie. Vedi anche Antenne per radioascolto, di A. Briatta Cosa ascoltare? Volendo consigliare un approccio ragionato all’ascolto, suggeriamo queste tappe fondamentali:
Cosa è un rapporto d’ascolto? Supponiamo di considerare le trasmissioni irradiate da una grande emittente internazionale, magari in lingua italiana; cosa ne sarebbe se l’emittente non avesse un controllo sulla bontà del segnale irradiato, se non sapesse come in realtà arriva il programma nell’area in cui è diretto? Quanto costerebbe alla stazione procurarsi da se questi dati? Come potrebbe valutare la propria “audience” e quindi stabilire di volta in volta il budget annuale in base al seguito ottenuto se non avesse un riscontro diretto da parte degli ascoltatori? E altrimenti chi mai potrebbe segnalare se i propri programmi sono graditi ed in qual misura e quali specificatamente? Questi alcuni dei motivi tecnico-pratici che hanno sempre giustificato il rapporto epistolare fra ascoltatore ed emittente e viceversa. Nel rapporto d’ascolto vero e proprio, lo scrivente fa sapere alla stazione come è arrivato il segnale in un dato giorno, su una deteminata frequenza, nell’arco di un ben preciso lasso di tempo. Le emittenti internazionali tengono in considerazione ancor oggi questi dati, soprattutto a causa della grande congestione delle bande e delle possibili interferenze altrui. Proprio in base all’utilità di questi dati, l’emittente è solita ringraziare l’ascoltatore inviandogli, quale conferma, una cartolina o lettera di verifica, dove appunto vengono riportate come esatte, o meno, le segnalazioni ricevute. È raro che un’emittente internazionale non risponda a meno che non inviate un rapporto inesatto ovvero non tenga in considerazione il vostro rapporto d’ascolto. Quest’ultima è comunque una nuova brutta costumanza adottata da alcuni grossi organismi internazionali per via dell’enorme mole di corrispondenza quotidiana che ricevono (e come evaderla con le continue restrizioni finanziarie a cui sono soggetti?) e del fatto che, attraverso le proprie stazioni relay sparse per il mondo e la rete di monitors ufficiali riescono da sole ad ottenere quei dati tecnici di cui abbisognano gli ingegneri per pianificare le frequenze da utilizzare. Se dunque nella quasi totalità dei casi le emittenti internazionali rispondono, appunto perché hanno un interesse personale più o meno specifico, la situazione è un tantino diversa per le stazioni locali, che trasmettono nel proprio ambito geografico e non richiedono specificatamente rapporti di ricezione dall’estero. Eppure molte confermano, vuoi per cortesia, vuoi per curiosità, vuoi perché trattasi di una abitudine oramai generalizzata, vuoi perché può tornare comodo, in sede di acquisizione di spazi pubblicitari, far sapere che la stazione è ascoltata e seguìta in un contesto più ampio ed internazionale… Le percentuali di conferma, cioé di risposta, sono molto più basse, ed essendo le motivazioni diverse, diversamente devono essere confezionati i rapporti di ascolto: più completi di dati tecnici quelli rivolti alle emittenti internazionali, più personali ed accattivanti quelli per le emittenti locali. Cosa è il codice “SINFO”? Ci voleva pure una chiave comune affinché le valutazioni di tutti gli ascoltatori coincidessero con parametri standard, quei parametri di maggior utilità all’emittente, per giudicare buona o scadente una certa emissione. Pare sia stato l’ingegnere Gustav C. Thiele a mettere a punto un codice organico, per altro riconosciuto ora universalmente, ossia il codice SINFO dalle iniziali dei cinque dati fondamentali di valutazione:
Ciascun parametro può assumere un valore da 5 a 1: un SINFO 55555 si applica in genere ad un’emitteme locale priva di ogni disturbo e interferenza. I dati decrescono sino ai valori più bassi in base alla forza del segnale ricevuto, alla consistenza dei rumori ed interferenze. Il giudizio finale non dovrebbe mai essere più alto del più basso dei quattro restanti valori: Tuttavia può essere vantaggioso adoperare anche questo parametro per esprimere un giudizio e quindi questo può non necessariamente essere la media degli altri 4. Un esempio: sto ascoltando una stazione estrememanete bassa, forza del segnale crca 2; senza interferenze, senza fading, senza rumore atmoseferico… dicamo 24444. Se intendo utilizzare O per esprimere un ulteriore giudizo positivo del fatto che l’emittente, pur con basso segnale, siascolta molto bene, eviterò di assegnare 2 all’ O; userò piuttosto 3 ppure 4. Molto sovente al posto del codice SINFO si utilizza il codice SINPO, dove la P sta per disturbi dovuti alla propagazione (e quindi evanescenze del segnale), che spesso è funzione del fading, ma non sempre (può valere quindi anche per profondità della modulazione). Che cosa è l’ora GMT/UTC? Uno dei primi fattori che il neofita deve tenere in considerazione nell’ideale viaggio col proprio ricevitore da paese a paese, è il fatto il che si registrano diversi orari nelle diverse parti del globo. È intuibile che ciò è dovuto alla rotazione della Terra sul proprio asse, con la conseguente variazione della posizione rispetto al Sole. Per inciso, l’asse terrestre è una linea immaginaria che congiunge il polo Nord con il polo Sud; nella faccia che guarda il Sole vi è luce e quindi giorno, nella faccla opposta naturalmente vi è notte. La Terra compie un giro sul proprio asse in circa 24 ore e di conseguenza si è pensato bene, per convenzione internazionale suddividerla in ventiquattro spicchi, detti fusi orari. Ogni fuso orario di norma è compreso tra due meridiani terrestri distanti 15 gradi. Per il momento si può affermare che la differenza oraria da zona a zona, da fuso a fuso, è di un’ora. Le stazioni di radiodiffusione risolvono il problema sollevato dalla differenza dei fusi orari prendendo come riferimento il tempo al meridiano zero, cioé al meridiano di Greenwich, città posta ad una quarantina di chilometri da Londra e sede dell’omonimo osservatorio astronomico, evitando così confusioni e laboriose conversioni delle ore. Il Tempo Medio di Greenwich, abbreviato in GMT, dall’inglese Greenwich Mean Time, dal 1982 è stato sostituito, nella dizione, dal Tempo Universale Coordinato, ovvero UTC, abbreviazione di Universal Time Coordinated e rappresenta l’orario base nei traffici Radiofonici. In conseguenza della rotazione terrestre, le zone situate ad Est di Greenwich si trovano ad orari maggiori, mentre sono minori gli orari ad ovest. Resta evidente che se si è a conoscenza dell’ora GMT/UTC e la si vuol rapportare con l’ora locale dalla quale trasmette la stazione intercettata, è sufficiente controllare quanti fusi orari intercorrono tra il fuso di Greenwich e quello della località dove opera la stazione, avendo l’accortezza di sottrarre se ci si trova ad Ovest e sommare se ci si trova ad Est rispetto a Greenwich. L’Europa occidentale ha un’ora in più rispetto al meridiano zero, trovandosi ad Est dello stesso; in quei Paesi, tra cui l’Italia, dove si adotta l’orario estivo per approfittare della maggiore esposizione solare, nel periodo di “ora legale” è necessario aggiungere un’ora a quella standard. Così in Italia da marzo a settembre si passa ad UTC+2! Gli ascolti si registrano nel Quaderno di Stazione detto Log : http://www.air-radio.it/pdf/Modulo_per_LOG_di_Stazione_a_colori_2009.pdf Modulo rapporto di ascolto da inviare : http://www.air-radio.it/pdf/Modulo_AIR_per_Rapporti_d%27ascolto_colorato_2009.pdf Altri moduli di rapporto d’ascolto da scaricare : http://web.mclink.it/MC4868/rapporti/moduli.htm Le principali guide per il radioascolto WRTH – World Radio TV Handbook Bene, siamo quasi tutti pronti ad accendere la nostra radio di casa, agendo su quel trascurato commutatore cambio gamma, incuriositi da queste modeste ma allettanti nozioni. Ma dopo come districarsi tra le bande, non conoscendo né orari né frequenze di trasmissioni precise? Una prima indispensabile guida è rappresentata dal World Radio TV Handbook, un volume di seicento e più pagine edito in Gran Bretagna ogni anno, tutto per noi radioascoltatori BCL, che riporta orari, frequenze ed indirizzi di tutte le emittenti radiofoniche e televisive del Mondo. Si è detto una prima guida: in effetti non tutti i dati sono precisi al cento per cento, in quanto spesso le stazioni cambiano orari e frequenze in base alle proprie esigenze contingenti. Tuttavia, per la mole delle notizie e per gli indirizzi contenuti, rimane l’acquisto annuale base indispensabile tanto per il neofita quanto per il DXer. http://www.wrth.com/ Shortwave Frequency Guide L’editore Klingenfuss la definisce come la guida più aggiornata attualmente acquistabile nel mondo. Forse non a torto può essere la giusta definizione infatti, anche grazie alla sua semplicità di consultazione, potrete trovare tutte le schede aggiornate delle stazioni clandestine, delle trasmissioni nazionali e internazionali delle emittenti nel mondo. Una lista di circa diecimila frequenze ed un ricco elenco che però non comprende altri dettagli. Un altro elenco di oltre diecimila frequenze si occupa delle stazioni utility attive nel mondo e continuamente aggiornato. Lo stesso noto autore pubblica numerosi altri libri che riguardano in particolare le stazioni utility, da segnalare la Super Frequency List CD-Rom, la storica Guide to Utility Radio Stations e ancora tanti altri titoli. Per informazioni: Klingenfuss Publications, Hagenloher Str. 14, D-72070 Tuebingen, Germania http://www.klingenfuss.org/homepage.htm Esiste poi tutta una serie di vari editori che trattano l’argomento radioascolto con libri dedicati anche a particolari argomenti. Si segnalano i seguenti editori e distributori (potete segnalare eventuali altri nominativi o titoli di particolare interesse scrivendo alla nostra e-mail):
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